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Dopo il via libera del Governo alla quotazione in Borsa di Poste Italiane, arrivato nei giorni scorsi, si iniziano già a fare dei veri e propri pronostici sull’andamento dell’Ipo che precederà il debutto in Borsa, inoltre gli analisti iniziano a formulare la loro opinione sulla convenienza o meno dell’investimento.

Al riguardo, in particolare, sono in molti a reputare interessante l’investimento in Poste Italiane, soprattutto considerando l’andamento positivo registrato dalle Ipo del 2013 sulle principali piazze europee. Restringendo il campo alla quotazione in Borsa di gruppi assimilabili a Poste Italiane, gli esempi più recenti sono la quotazione in Borsa di Royal Mail, quotata lo scorso 15 ottobre, e quella della belga bpost, sbarcata in Borsa lo scorso giugno. Nel primo caso è stato registrato un +36% nel primo giorno di negoziazioni, anche se secondo molti tale successo è riconducibile ad un prezzo iniziale che ha sottovalutato il Gruppo. Per quanto riguarda bpost, invece, la chiusura nella prima giornata di collocamento è stata appena sopra il prezzo di collocamento, a sua volta di pochissimo inferiore al massimo.

Anche per Poste Italiane, dunque, il successo della quotazione, almeno nei primi giorni, dipenderà largamente dal prezzo di debutto, preferibilmente cercando di non incorrere nell’errore che secondo molti è stato commesso dal governo britannico per Royal Mail, colpevolizzato di aver svenduto il servizio di posta nazionale. In ogni caso la valutazione di oggi per entrambe le quotazioni citate è positiva: Royal Mail viaggia ad un +57,6% dal collocamento, mentre bpost ad un +26% dal collocamento.

Nel frattempo, anche e soprattutto per capire cosa si aspettano gli operatori da questa Ipo, IG, società specializzata nel trading di derivati, ha aperto un Cfd con una capitalizzazione attesa di circa 10 miliardi, in considerazione di quelle che sono le previsioni del Governo Letta sul valore di Poste. Ebbene, dopo tre giorni gli investitori hanno fatto salire la capitalizzazione attesa per Poste fino a 13,2 miliardi.

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