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Il recente andamento dei mercati finanziari di tutto il mondo non è di certo dei più rosei, e molti investitori stanno aspettando ancora il momento finale di queste differenti ondate di ribasso. Eppure, tra tutti gli ottimisti che aspettano il fatidico momento del rimbalzo e relativa ripresa, vi sono anche delle voci fuori dal coro. Voci che invece sottolineano come un futuro crollo dei mercati sia una realtà possibile, e non solo pura fantascienza da pellicola.

Tra queste voci, vi è anche quella di Michael E. Lewitt, Global Credit Strategist, che è propenso ad individuare come data di un potenziale crollo dei mercati proprio Giugno 2016. Per Lewitt infatti, sono differenti i fattori che sembrerebbero puntare a questa (malaugurata) ipotesi finanziaria. Giorno dopo giorno la situazione continuerà a peggiorare, ma non vi sarà nessuna luce alla fine del tunnel. Anzi, ciò che ci aspetta è proprio un crollo dei mercati finanziari. Andiamo a vedere insieme quali sono i motivi cardine, almeno secondo Lewitt, di questo potenziale crollo dei mercati a Giugno 2016.

I motivi di un possibile crollo dei mercati

I motivi di un possibile crollo dei mercati sono da ricercare in differenti fattori, almeno su questo Lewitt non ha dubbi. Uno dei motivi più preoccupanti riguarda sicuramente i pilastri del sistema finanziario globale, ovvero le banche. Sempre più banche, dagli Stati Uniti fino alla Germania e anche Italia, incominciano a trovarsi in difficoltà. Il problema è che molti istituti di credito sono esposti ad alti livelli di debito, che non smettono mai di crescere. Per non parlare del fattore “bad loan”, ovvero tutta quella serie di prestiti che le banche hanno (imprudentemente) concesso, e per cui il recupero credito è davvero una missione più che ardua. Molti dei creditori non sono tutt’ora in grado di restituire i propri prestiti, e ciò va ad esporre ulteriormente le banche. Questa situazione poco positiva a livello bancario, viene riflessa nel mercato azionario, dove vi sono i titoli azionari di molte banche che continuano a puntare verso il ribasso. Anche con forti perdite del valore del titolo, che raggiungono in alcuni casi anche la soglia del 40%.

I problemi non arriverebbero solo dal settore bancario, ma anche da quello delle industrie tecnologiche. Lewitt fa notare che dagli inizi del 2016, alcuni tra i principali titoli di aziende leader nel settore delle innovazioni tecnologiche, stanno comunque perdendo mordente. Netflix, Amazon, Linkedin, Tesla Motors, sono solo alcuni dei nomi dei giganti “feriti” da questi continui ribassi. Solo società come Facebook e Alphabet stanno performando bene, anche se i titoli viaggiano a livelli più alti della norma, ovvero sono titoli sopravvalutati dal mercato. Il cui destino sarà quello di subire una futura correzione per tornare ai normali livelli di scambio.

Junk Bond, Cina instabile e banche centrali: ulteriori guai in vista

Lewitt proseguie nella sua analisi, includendo anche altri motivi per un possibile crollo dei mercati a Giugno 2016. Il mercato dei Junk Bond, ovvero di titoli e asset “spazzatura”, è uno dei tasti più sensibili al fattore credito e sono una spia che segnala la debolezza corrente dei mercati finanziari. Per Lewitt il mercato dei Junk Bond arriverà a toccare i minimi solamente alla fine del 2017. Ma per il presente non c’è molto per rallegrarsi, dato che il mercato ha visto aumentare il costo del capitale di centinaia di punti base per i debitori Junk. Ciò significa che molti dei debitori non saranno in grado di restituire quanto dovuto quando il credito giungerà a maturazione. Per tal motivo, si andrà a creare un effetto domino che farà andare in default sul proprio debito molte società.

Uno dei pericoli maggiori però, sembrerebbe provenire dal continente asiatico e risponderebbe al nome di “Cina”. Lo stato cinese si trova infatti in evidenti difficoltà. Oltre ai 30 mila miliardi di debito, stando a Sociètè Genèralè, la Cina terminerà le proprie riserve di monete estera nei prossimi mesi, e non nei prossimi anni. Un evento del genere, andrebbe a causare una crisi valutaria per la Cina, seguita a ruota da una crisi bancaria che si espanderebbe a macchia d’olio in tutto il continente asiatico. Insomma, verrebbe a crearsi un vero e proprio disastro economico su scala globale.

borsa italiana

Lewitt conclude la sua analisi trovando nelle banche centrali mondiali un altro dei motivi scatenanti di un possibile crollo dei mercati finanziari. Per Lewitt, ma non solo, la Federal Reserve americana ha aspettato troppo tempo (prezioso) per innalzare la soglia dei tassi di interesse sul dollaro americano. Ma sia il Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, e il Presidente della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, affermano che faranno tutto il necessario per spingere al rialzo l’inflazione, con lo scopo di combattere l’instabilità finanziaria globale.

Sono molti i motivi, secondo Lewitt, che potrebbero quindi portarci ad un nuovo crollo dei mercati. Con una data d’inizio fissata proprio per quest’anno, ovvero Giugno 2016. Il futuro ci attende davvero con una nuova depressione economica dovuta ad un crollo dei mercati? Staremo a vedere, sperando che la previsione di Lewitt si riveli errata.

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