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Se si punta ad investire in azioni, andando a costruire un proprio portafoglio, è meglio puntare sulle azione ordinarie o sulle azioni privilegiate? E’ chiaro che non può esistere una risposta univoca a questa domanda poiché tutto dipende da quelle che sono le caratteristiche e da quello che è l’obiettivo del proprio investimento. Porsi dinanzi alla scelta di azioni ordinarie anzicchè delle privilegiate è comunque soprattutto un dilemma proprio dell’investitore professionale e non di chi si rivolge all’azionariato unicamente per fare trading online. L’acquisizione, mediante possesso effettivo dell’azione, implica tutta una serie di diritti e di doveri che qualificano l’azionista propriamente detto nella misura di quella che è la consistenza del suo pacchetto azionario. E’ chiaro che il fine ultimo dell’azionista effettivo sia quello di trarre profitto dal suo investimento in azioni ma questo si va a fondere a tutta una serie di altre considerazioni che certamente non riguardano il trader.

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Azioni ordinarie e privilegiate: differenze, vantaggi e svantaggi

L’investimento in azioni, sia nel caso in cui si punti sulle ordinarie che nel caso in cui ci si rivolga verso le privilegiate, non è garantito nel senso che non solo si potrebbe non incassare alcun guadagno ma al contrario di potrebbe anche perdere tutto o parte del proprio capitale. Il rendimento dell’azione, infatti, è determinato dall’apprezzamento del titolo e quindi in caso di deprezzamento si va inevitabilmente a perdere. La storia di Borsa, del resto, è piena di casi di quotate che nel giro di pochi anni hanno subito un deprezzamento che ha fatto precipitare il loro valore. Proprio per evitare che l’investimento in azioni porti ad una perdita si è soliti investire, attraverso un sistema a quoto, in titolo azionari. Nel pacchetto possono comparire tanto le azioni ordinarie quanto le privilegiate.

Le azioni ordinarie e le azioni privilegiate sono entrambe dei titoli nominativi attraverso i quali l’investitore entra a far parte del capitale di una determinata società. Esse attribuiscono sia diritti amministrativi che diritti di natura patrimoniale,  seppur per alcuni aspetti diversi tra loro.

Nel caso delle azioni privilegiate, in particolare, il contenuto dei diritti patrimoniali spettanti ai detentori di tale tipologia di titoli è stabilito dalla stessa società, che può quindi prevedere un trattamento privilegiato rispetto a quello riservato ai detentori di azioni ordinarie. Nella maggior parte dei casi, infatti, vengono previsti dei vantaggi consistenti nel riconoscimento di un rendimento addizionale rispetto a quello stabilito per le azioni ordinarie. E’ però bene sottolineare che si tratta solo di una possibilità, in quanto le società possono anche non prevedere alcun privilegio sul fronte dei rendimenti e distribuire la stessa remunerazione sia per le azioni ordinarie che per quelle di risparmio.

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Altro vantaggio previsto per le azioni privilegiate, in questo caso riconosciuto sempre e non a discrezione della società, riguarda l’ipotesi di fallimento della società. In tal caso, infatti, le azioni privilegiate godono di una prelazione nel riparto del patrimonio rispetto alle azioni ordinarie. Questo aspetto rende quindi le azioni ordinarie più rischiose delle azioni privilegiate, dal momento che in caso di fallimento della società gli azionisti ordinari possono vantare soltanto un diritto residuale. In altre parole, essi avranno diritto a suddividersi pro quota ciò che rimane dopo il soddisfacimento di tutte le altre categorie di soggetti che vantano diritti nei confronti della società, quindi dopo i creditori, i lavoratori dipendenti, gli obbligazionisti, l’amministrazione tributaria e gli azionisti privilegiati.

Ai vantaggi sopra descritti, tuttavia, corrispondono alcune restrizioni sul fronte dei diritti amministrativi. I detentori di azioni privilegiate, infatti, possono votare solo nelle assemblee straordinarie, mentre i detentori delle azioni ordinarie hanno diritto di voto sia nelle assemblee ordinarie che in quelle straordinarie.

La normativa stabilisce che il numero di azioni con diritto di voto limitato (azioni privilegiate e di risparmio) emesse da una società non può superare la metà del suo capitale sociale.

Molto spesso il particolare che più interessa chi investe in azioni ed è indeciso nella scelta tra azioni ordinarie e privilegiate riguarda il rapporto tra l’azione stessa e le fluttuazioni del mercato. E’ noto, infatti, che l’andamento di una specifica azione non è determinato o comunque influenzato solo da notizie che riguardano il titolo stesso ma dal contesto esterno. Tale scenario di fondo è fatto di tutta una serie di elementi che includono le condizioni del contesto macroeconomico, l’andamento dei tassi di interesse, i rapporti di cambio, lo stato generale di salute del settore. La fusione di tutti questi fattori determina la volatilità del titolo. In termini generali le azioni ordinarie presentano prezzi più volatili rispetto a quelli delle azioni privilegiate proprio perché più legate ad elementi come il quadro macroeconomico, l’andamento del settore di riferimento e dei competitors, i profitti e le quote di mercato. La volatilità delle azioni privilegiate, dal canto suo, è invece influenzata soprattutto dal tasso di interesse. In linea di principio l’aumento del tasso di interesse porta a una diminuzione del prezzo delle azioni privilegiate a causa di una domanda che è più contenuta.

 

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Investire in azioni ordinarie o privilegiate: quali convengono di più?

Conviene investire più in azioni ordinarie o in azioni privilegiate? Alla luce di quello che abbiamo affermato a proposito della differenza tra ordinarie e privilegiate, si può dire che investendo sulle azioni normali si può avere un guadagno dall’aumento del prezzo dell’azione e dalla presenza di un eventuale dividendo. Sempre che essi ci siano. Nel caso in cui, infatti, l’azione si deprezzi o il consiglio di amministrazione lasci tutti a bocca asciutta, si avrà solo una perdita. Certamente la banda di oscillazione del prezzo delle azioni ordinarie è più limitata se si punta sui grandi titoli del principale indice di borsa. Ma questa considerazione, come ha mostrato la crisi finanziaria degli ultimi anni, ha rivelato di appartenere ad una visione preistorica della finanza. Di sicuro, infatti, non c’è più nulla. Dal canto loro le azioni privilegiate sono esposte ad una minore volatilità e quindi sono meno rischiose. La presenza, quasi certa, del dividendo, inoltre, è un altro punto a loro favore. Di contro, però, le privilegiate non possono garantire quell’apprezzamento tipico delle azioni ordinarie.

Tirando quindi le somme, nell’ambito di una strategia di investimento che punta sull’azionariato, si punta sulle azioni ordinarie se si è in cerca di profitti che possono essere più consistenti ma si subisce un più ampio rischio di perdita, mentre si comprano privilegiate se invece si preferisce la tranquillità di un investimento meno volatile ma anche meno profittevole.

 

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