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Accanto alla leva finanziaria, il secondo pilastro operativo del Forex & CFD Trading è il margine iniziale. Nel capitolo precedente abbiamo posto l’accento sul meccanismo di funzionamento della leva, evidenziando i vantaggi e gli svantaggi di questo strumento. Se vuoi tornare ad approfondire il discorso leva finanziaria clicca qui, in caso contrario prosegui nella lettura di questa breve guida sul significato e i tipo di margine nel CFD Trading.

Abbiamo parlato di tipi di margine poichè oltre la margine iniziale, nel trading abbiamo anche il margine variabile, il margine di mantenimento e la cosiddetta margin call o chiamata a margine. L’obiettivo è chiarire tutti gli aspetti e le implicazioni dei margini nell’ambito trading. Per finire, la parte finale di questo capitolo, sarà dedicata all’impatto dei margini sui costi complessivi che è necessario sostenere per fare Forx & CFD Trading.

Margine iniziale cosa è

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Partiamo ovviamente dalla definizione di margine iniziale. Trattandosi di un concetto base per chi vuole fare trading di CFD, il discorso sul margine va assolutamente assimilato per garantirsi così le famose base operative. In tutti i corsi sul trading di CFD questo concetto viene sempre messo in evidenza.

Nel trading di CFD il margine altro non è che il deposito iniziale che viene richiesto dal broker al trader per operare. In poche parole il margine è la somma che deve essere versata sul conto reale per iniziare a fare trading. A specificare quello che è l’ammontare della somma richieste è lo stesso broker alla voce deposito iniziale Nella tabella sottostante sono indicati i margini richiesti dalle più importanti piattaforme di Forex & CDF Trading. Come si può dedurre leggendo lo schema, gli importi sono molto variabili e sono connessi ad altre specifiche tecniche.

Il margine può essere di due distinti tipi: iniziale o variabile. Per quello che riguarda il margine iniziale esso assume valore differenti a seconda del tipo di sottostante su cui si fa trading. Nel caso di azioni, il margine iniziale è compreso nel range tra il 3 e il 30%. Per quello che riguarda tutti gli altri strumenti finanziari, il margine è molto più ridotto ed è collocato nella forchetta tra lo 0,5% e l’1%.

I CFD sulle azioni hanno quindi un margine più elevato mentre quelli su Forex, materie prime e indici hanno un margine iniziale più contenuto. Questa enorme discrepanza tra azioni e resto degli strumenti finanziaria ha origine alla luce dell’ammontare del rischio percepito. In poche parole se il rischio percepito è alto allora anche il margine lo sarà. Tra i diversi assets sono le azioni a poter generare le oscillazioni maggiori e quindi un possibile maggiore guadagno ma anche una possibile maggiore perdita.

Attraverso il margine iniziale, il broker non fa altro che attivare una sorta di autotutela. Questo obiettivo spiega il perchè il margine iniziale è sempre dovuto. L’intermediario, infatti, senza il margine iniziale andrebbe a perdere nel caso di insolvenza da parte del trader. Il margine iniziale, quindi, consente di coprire i costi teorici di liquidazione del portafoglio del trader che maturerebbero nello scenario di mercato più sfavorevole possibile. Ma questo interessa sopratutto i broker.

 

Margine variabile cosa è

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L’ammontare del margine variabile viene fissato dal prezzo di mercato. A differenza di quello che avviene con il margine iniziale, il margine variabile interviene laddove una posizione inizia a muoversi contro gli stessi interessi del cliente. Spiegata in questi termini la differenza tra margine iniziale e margine variabile sembra essere di difficile comprensione e allora facciamo un esempio su come funziona il margine variabile nel trading.

Ammettiamo di voler fare trading comprando un CFD su azioni Unicredit. Per semplicità compreremo 200 azioni Unicredit spendendo 100 centesimi. Nel caso in cui il prezzo del CFD acquistato dovesse calare a 90 centesimi, il broker interverrebbe immediatamente scalando 20 euro. Se viceversa il prezzo del nostro CFD arrivasse a 110 euro, il broker accrediterebbe. Ma come si fanno a vedere tutte questa variazioni? Ovviamente consultando l’apposita schermata sulla piattaforma di trading. E’ per questo motivo che è sempre necessario scegliere la piattaforma più in adatta alle proprie esigenze.

Tutte le migliori piattaforme trading mettono sempre in primo piano la possibilità di consultare le eventuali oscillazioni del margine variabile. Alcuni traders possono trovarsi meglio con una piattaforma, altri con un’altra. Per questo motivo è necessario fare sempre molta pratica con il conto demo.

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Differenze margine iniziale e margine variabile

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La principale differenza tra margine iniziale e margine variabile riguarda l’impatto dei due indicatori sul conto personale del trader. Il margine variabile, infatti, può avere effetto sia positivo che negativo sul saldo del conto del trader. Viceversa il margine iniziale sarà sempre e solo detratto dal conto del trader. La ricopertura eventuale scatterebbe in automatico nel momento in cui il trade genera un profitto.

Margin call trading

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Il concetto di margin call nel trading è contiguo a quello della leva finanziaria e complementare a quello sui margini. Come i già citati indicatori anche il margin call è uno strumento che aiuta molto a valutare il singolo broker. Ma cosa è la margin call? Questo termine indica un versamento al quale il trader è chiamato dal broker. Si tratta del deposito di una somma suppletiva che è necessaria per poter continuare a sostenere una maggiore esposizione. La margin call detta anche chiamata a margine va utilizzato con molta cautela in modo tale da poter garantire protezione senza trasformarsi in un ulteriore strumento rischio.

Ad avvisare il trader circa la necessità di intervenire con un nuovo versamento è lo stesso broker. La funzione del margin call si attiva in modo automatico in presenza di determinate condizioni. Facciamo un esempio di margin call. Ammettiamo che un trader sta incassando una perdita da una certa posizione. Il broker, in presenza di una scarsa copertura liquida a sostegno del trade, interverrà richiedendo l’esecuzione di una azione in modo tale da tenere la posizione aperta. L’attivazione del margin call nel trading di CFD non è automatica. Il trader, infatti, può anche tranquillamente ignorare l’allert. In questo modo, però, il broker procederebbe all’immediata chiusura della posizione e liquidazione del trade. Praticamente tutto potrebbe quindi finire con una perdita.

Margine di mantenimento trading

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II margine di mantenimento serve a mantenere aperta una posizione. La differenza sostanziale con il margine iniziale riguarda proprio il momento in cui entra in gioco questa funzionalità. Facciamo subito un esempio. Regola base del trading di CFD è che il capitale netto disponibile ossia l’equity sia sempre superiore al margine di mantenimento. Laddove tale rapporto dovesse venire meno, sarebbe impossibile fare trading. Ovviamente la verifica sul margine di mantenimento viene effettuata dalla stessa piattaforma. E’ quindi il broker a segnalare se il margine di mantenimento non viene garantito. Ma a quanto deve ammontare questo indicatore?

Rispondere in modo univoco a questa domanda è impossibile. I requisiti relativi al margine di mantenimento, infatti, sono diversi a seconda del titolo di strumento selezionato. Ci sono assets che richiedono un margine alto e ci sono assets che invece prevedono un margine più contenuto. Ad impattare sulla determinazione della percentuale finale sono ovviamente anche le condizioni stabilite dal singolo broker. Ad ogni modo, comunque, il trader non deve fare assolutamente nulla. Il margine di mantenimento, infatti, è calcolato di default ed è indicato nella sezione “Dettagli” del broker.

Se si decide di aprire un conto demo per fare pratica è consigliabile sempre verificare quelle che sono le condizioni proposte dal broker in merito al margine di mantenimento.

Nel corso dell’attività di trading, il margine di mantenimento viene sempre tenuto sotto controllo dalla piattaforma. Non appena l’indicatore non raggiunge un certo livello, immediatamente scatta l’invio di una mail di allert al trader. Questo meccanismo fa si che spiacevoli sorprese siano sempre evitabili. La mail può essere presa in considerazione o meno dal diretto interessato.

Costi conto trading CFD

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I Contratti per Differenza sono dei Futures. Per fare una valutazione complessiva dei costi necessari per fare trading di CFD si può pensare alle spese da sostenere se si gioca in Borsa con i Futures. Il discorso che abbiamo fin qui fatto sui vari tipi di margine che sono presenti nel trading di CFD, potrebbe avere confuso i nostri lettori.

In effetti in tanti potrebbero essere portati a mettere in discussione la convenienza economica del CFD Trading rispetto all’acquisto tradizionale di azioni. Su questo punto abbiamo già espresso il nostro giudizio nel capitolo su cosa è il Trading di CFD. Quando si parla di costi per fare trading sui CFD non ci si riferisce mai alle spese per le consulenze che, nel caso dei broker regolamentati, sono assolutamente facoltative.

I costi per fare trading sui CFD riguardano invece proprio il capitolo dei margini.

Il costo principale è appunto il margine iniziale necessario per l’apertura del trade. Essendo i CFD regolamentati sul mercato Over The Counter (OTC), questo importo varia da broker a broker. In tutti i casi, comunque, si tratta di un costo fisso.

E’ invece un costo variabile quello relativo al margine che viene addebitato o accreditato in relazione all’oscillazione giornaliera del CFD sul mercato. Operativamente questo margine variabile è assimilabile a quello dei futures.

Accanto a questi due costi, ci sono poi altre spese che caratterizzano il CFD trading. Alcuni broker, infatti, prevedono delle commissioni all’apertura o alla chiusura della posizione. Si tratta di importi secchi o, il più delle volte percentuali, che variano da intermediario a intermediario.

Molto spesso queste commissioni sono legate alla differenza tra spread denaro e lettera. Su questo punto torneremo però in seguito. Per ora ci fermiamo al peso che hanno i margini nella determinazione del costo per fare trading di CFD.

Per non avere sorprese indesiderate è consigliabile sempre approcciarsi al mondo del trading con un conto demo. Praticamente tutti i migliori broker offrono oggi questa possibilità. Il conto demo altro non è che un simulatore di borsa che può essere utilizzato in modo del tutto free e senza limiti di tempo. Il conto demo è utile anche per entrare in confidenza con i margini. Non è raro, infatti, fare degli errori nel trading perchè non si conoscere l’importanza dei margini. A titolo di esempio possiamo citare il caso in cui mail di allert sui margini molto importanti vengano ignorate perchè non se ne capisce il significato. Questa situazione, soprattutto nel caso di trader non principianti, è più diffusa di quello che si può pensare.

In questo contesto, quindi, conoscere le migliori piattaforme di trading è essenziale per entrare nel mondo dei CFD. Per questo motivo il prossimo capitolo di questa guida sarà appunto dedicato ai broker. Vi consigliamo di non perderlo.

Guida CFD Trading

1. CFD cosa sono

2.Quando conviene fare trading CFD

4. Migliori piattaforme Trading CFD: confronto tra quelle professionali

5.Spread CFD e commissioni trading

6.Grafici Cfd trading: personalizzazione. Come leggere le quotazioni Cfd real time

7. Trading online mediante grafico a candele giapponesi: come leggere i grafici candlestick

8.Doppio massimo e doppio minimo nel trading online: grafici e analisi tecnica

9. Figura testa spalle rialzista e ribassista nel trading: come si riconosce nell’analisi tecnica

10.Pattern di inversione e continuazione nel trading: cosa sono, quali sono e come funzionano

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