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Aprire un conto corrente all’estero è una prassi che viene attuata dagli investitori per ottenere vantaggi fiscali e rendimenti più elevati sui depositi bancari. Tralasciando motivazioni che trascendono la legalità e gli aspetti fiscali, appare subito evidente che l’apertura di un conto estero avviene quando c’è la possibilità di beneficiare di tassi di interesse più elevati rispetto a quelli praticati dalle banche operanti sul territorio nazionale.

Tuttavia, la crisi di Cipro ha evidenziato che oggi occorre valutare attentamente il rischio-paese prima di depositare denaro in una banca oltre confine.

Il fascino del conto a Cipro è dovuto al fatto che la piccola isola del Mediterraneo offre un rendimento medio lordo annuo del 4,53%, quasi il doppio rispetto al tasso medio praticato dalle banche in Italia.

Se nel Belpaese tutto sommato il rendimento appare accettabile, il confronto diventa impietoso con i tassi praticati in paesi come la Germania, il Belgio, l’Austria o la Francia.

Il possibile prelievo forzoso dai depositi bancari di Cipro fa emergere un rischio che fino a qualche anno fa non veniva nemmeno preso in considerazione, ovvero il rischio-paese. A questo va aggiunto anche il rischio di controparte, quando la banca è a rischio fallimento, sebbene ogni paese tutela i depositi con appositi fondi di garanzia fino a un certo limite (in Italia fino a 100mila euro).

Non basta, dunque, guardare solo ai rendimenti offerti: da quando è scoppiata la crisi dell’euro entra in gioco anche il rischio-paese (il rischio-controparte era emerso con forza dopo il crack Lehman).

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Dove conviene aprire un conto corrente all’estero?

Dove conviene aprire un conto corrente estero?

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Dove conviene aprire un conto corrente estero

Una domanda che molti si pongo e a cui pochi trovano risposta! Molti si chiedono anche in quale paese sia più conveniente aprire un conto corrente estero essendo cittadino italiano. Non è semplice rispondere a questa domanda, in quanto si devono considerare sempre i vantaggi e gli svantaggi legati al conto e al paese in cui lo si apre.

Possedere un conto oltre i confini nazionali è del tutto legale. Lo è al solo scopo che le cifre depositate vengano regolarmente riportate all’interno della dichiarazioni dei redditi annuali.

Ci sono diversi motivi per il quale è conveniente aprire un conto all’estero; uno dei principali è quello legato alla presenza di percentuali di rendimento maggiore rispetto a quelli applicati dagli istituti bancari italiani.

Non è semplice fare una classifica definitiva su dove convenga aprire o meno un conto estero; farlo è molto complesso soprattutto a causa degli scenari economici e geopolitici in continuo cambiamento.

Tuttavia in alcuni paesi emergenti come il Brasile è possibile ottenere un rendimenti piuttosto importante sia per i conti correnti sia anche per gli altri prodotti finanziari. Oggi possiamo dire che la Serbia è uno dei paesi con i più alti rendimenti su conto corrente.

Aprire un conto corrente online all’estero: a cosa si deve fare attenzione?

Prima di aprire un conto bancario estero è necessario tenere presente il rendimento ed il rischio. Ad un rendimento alto corrisponde un fattore di rischio proporzionale.

Non si deve allora valutare la semplice percentuale di rendimento, ma si deve anche analizzare il rischio di default del paese stesso, e allo stesso tempo, considerare l’alta inflazione che potrebbe provocare delle perdite tanto da compromettere i guadagni percepiti.

Tuttavia questi problemi sono limitati nel caso in cui si sceglie di aprire un conto corrente in un paese dell’unione europea. Qui aprire un conto potrebbe essere semplice anche per via della somiglianza dei sistemi bancari e legislativi a quello del nostro paese.

Si deve però prendere in esame il fatto che i conti prevedono rendimenti molto simili a quelli italiani tranne per gli istituti bancari francesi. Anche in questo caso vale sempre la regola legata al confronto degli istituti di credito, senza tralasciare l’importante aspetto della tassazione, soggetto a regole che variano notevolmente da stato a stato.

Dove aprire un conto corrente in Europa e nel mondo?

conto corrente estero
Conto corrente estero N26

Deutsche Bank, MPS, Unicredit, Credit Suisse, le possiamo considerare solo come alcune delle banche europee in difficoltà.

Sono messe sotto pressione dai mercati per via di una crisi di capitali e redditività. Questo vuol dire perdere la fiducia nel settore ed in particolare in Italia dove l’ammontare di crediti deteriorati iscritti in portafoglio è pari a quasi ad 1/5 del Pil nazionale.

Se non vuoi aprire un conto con una banca Italia, puoi scegliere di aprirlo con una banca europea. Noi di seguito elencheremo tutti i paesi dove conviene aprire un conto all’estero se si vuole fare sonni tranquilli.

Noi di seguito riportiamo i paesi in cui è più conveniente (rispetto ad altri) aprire un conto corrente. Con nostro stupore abbiamo rilevato che paesi come Londra si posizionano al 62esimo posto e Washington al 36esimo. Meglio invece vanno i paesi in via di Sviluppo come Guatemala, Colombia e Honduras.

Ecco le 14 nazioni meglio classificate in ordine decrescente:

  • Repubblica Ceca;
  • Guatemala;
  • Lussemburgo;
  • Panama;
  • Svezia;
  • Cile;
  • Singapore;
  • Norvegia;
  • Hong Kong;
  • Australia;
  • Nuova Zelanda;
  • Canada;
  • Sudafrica;
  • Finlandia.

Come aprire un conto corrente all’estero on line? Le regole per aprire un conto corrente all’estero

Per aprire un conto corrente all’estero si deve prima di tutto osservare che le risorse utilizzate per finanziare l’apertura del conto corrente sono lecitamente detenute dal contribuente.

In poche parole queste sono soggette a tassazione e devono anche rispondere in modo appropriato a tutti gli adempimento e a tutte le formalità doganali previste.

In alternativa il conto estero potrà essere aperto al fine di ricevere denaro proveniente da una fonte reddituale estera. In caso contrario l’amministrazione finanziaria pretende di assoggettare a tassazione in Italia le somme detenute sul conto estero.

In questo caso si deve tenere presente che sono soggetti agli obblighi dichiarativi, tutti i soggetti fiscalmente residenti in Italia, ovvero i soggetti tenuti alla compilazione della dichiarazione dei redditi.

Nel caso di persona fisica residente in Italia abbia intrattenuto, nel corso del periodo d’imposta, rapporti di conto corrente all’estero, è tenuto alla compilazione del quadro RW della dichiarazione dei redditi. Qui deve essere indicato il valore iniziale e il valore finale dei conti correnti esteri da questo posseduti.

Sono esonerati invece i soggetti la cui disponibilità economica sul conto estero non supera i 15.000,00 euro nel corso del periodo di imposta.

Libretti di risparmio esteri: convengono?

In merito ai libretti di risparmio detenuti in paesi o territori diversi da quelli “collaborativi” indicati nel DM 4.9.96 (i Paesi nella cosiddetta “Black list”) si deve indicare l’ammontare massimo che l’attività ha raggiunto nel corso del periodo d’imposta.

Nel caso di omessa o infedele compilazione del quadro RW relativa alla dichiarazione dei redditi si è soggetti a sanzione pecuniaria che va dal 3% al 15% dell’importo non dichiarato (art. 5, d.l. 167/90).

L’importo della sanzione viene raddoppiato nel caso in cui le disponibilità estere siano detenute in paesi cd. “Black list”.

Oltre a dichiarare il conto estero, la sola presenza di un rapporto di conto corrente all’estero fa sorgere l’obbligo contributivo in capo al soggetto residente e come tale è soggetto al pagamento dell’Ivafe – Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero. Questa è posta pari a 34,20 euro per ciascun conto o libretto detenuto all’estero. L’imposta in misura fissa non è dovuta nel caso in cui il valore medio di giacenza annuo risultante dagli estratti conto e dai libretti sia inferiore a 5.000,00 euro.

I vantaggi di aprire un conto corrente all’estero

E’ chiaro che aprire un conto corrente all’estero può essere pratico e può anche avere tantissimi altri vantaggi. Queste riguardano soluzioni che comportano minore spese di gestione ma anche minore burocrazia e maggiore redditività rispetto ai conti correnti proposti sul nostro territorio.

Possiamo dire che aprire un conto estero anonimo potrebbe essere un’attività redditizia in quanto offre:

  • Minori spese;
  • Miglior gestione;
  • Maggiore sicurezza sugli investimenti;
  • Maggior riservatezza nei confronti dei privati.

Tutto questo però deve essere coordinato da un professionista in grado di gestire in modo corretto, legale e fiscale tutte le operazioni di apertura di un conto corrente estero.

Come aprire un conto corrente online in Svizzera

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Come aprire un conto corrente online in Svizzera

Per diversi anni è stata considerata una delle mete preferite per spostare i propri risparmi. La Svizzera è considerata un vero e proprio paradiso fiscale. Lo è stato soprattutto fino al momento in cui il paese elvetico è stato eliminato dalla cosiddetta BlackList al fine di cercare di arginare il problema dell’evasione fiscale.

Nonostante tutto, per gli italiani, è ancora la svizzera una delle mete preferite dove chi è alla ricerca di nuovi stimoli può incontrare buone possibilità a livello lavorativo ed una buona qualità della vita.

La procedura per aprire un conto corrente in Svizzera è semplice ma rigorosa. La prima cosa da fare è fissare un appuntamento presso la banca prescelta. Questa deve verificare la reputazione del richiedente, sia a livello finanziario sia a livello personale.

Quasi tutti gli istituti elvetici tendono a non accettare le richieste provenienti da coloro che risultano essere schierati politicamente.

Sarà invece necessario portare con se alcuni documenti quali:

  1. Carta d’identità;
  2. Documentazione relativa al proprio patrimonio.

Questi permette all’istituto di dare avvio alla fase di controllo. Nel momento in cui si conclude l’accettazione o meno della domanda di apertura del conto.

Conto corrente all’estero: tassazione

Lo abbiamo accennato in precedenza. Il conto corrente estero subisce l’imposta denominata IVAFE a cui tutti i soggetti (persone fisiche) residenti in Italia che detengono all’estero:

  1. Prodotti finanziari;
  2. Conti correnti;
  3. Libretti di risparmio, ecc.

Sono soggetti a imposta sul loro valore.

L’oggetto del tributo è stato determinato in questo modo dalla legge europea 2013-bis (legge del 30 ottobre 2014 n. 161), in vigore dal 25 novembre 2014.

L’imposta è pari al 2×1000 al quale si sommano le plusvalenze realizzate.

Per il conto corrente estero non dichiarato sono previste delle sanzioni.

Maggiori approfondimenti:

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