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Contratto a tutele crescenti, licenziamento, la disoccupazione Naspi, il contratto di apprendistato e il superamento dei contratti a progetto. Ecco in sintesi le principali novità nella riforma del lavoro 2015, targata Renzi.

Riforma lavoro 2015: il contratto a tutele crescenti

Partirà dal 1 marzo 2015 il nuovo contratto a tutele crescenti in cui, in caso di licenziamento illegittimo, sarà l’indennizzo monetario crescente, in base all’anzianità di servizio, con un tetto a 24 mensilità. Il reintegro nel posto di lavoro resta solo in caso di licenziamenti nulli, discriminatori e in una fattispecie limitata di licenziamento disciplinare, quando cioè il fatto materiale contestato è insussistente. In relazione al licenziamento illegittimo o per giustificato motivo oggettivo o a seguito di un licenziamento collettivo, i soggetti disoccupati potranno ricevere un voucher di ricollocazione, da presentare al centro per l’impiego territorialmente competente, con cui sottoscriverà il contratto di ricollocazione che dovrà contenere il diritto del lavoratore a un’assistenza appropriata nella ricerca della nuova occupazione.

Via l’Aspi arriva la Naspi

Nell’ambito degli ammortizzatori sociali, al posto dell’attuale Aspi e mini Aspi, ci sarà la disoccupazione Naspi con durata massima di 24 mesi che dal 2017 scenderà a 18. A beneficiarne i dipendenti (esclusi i pubblici e gli agricoli) che hanno perso il lavoro ma hanno, nei 4 anni precedenti, almeno 13 settimane di contribuzione.

Contratto a termine, apprendistato e cocopro: cosa cambia

Resta fissa a 36 mesi la durata del contratto a tempo determinato mentre viene introdotto il divieto di stipulare nuove collaborazioni a progetto (Cocopro), cosi anche le associazioni in partecipazione e job sharing. In merito al contratto di apprendistato, il decreto contenente la riforma del lavoro 2015, attuativo del Jobs Act di Renzi, prevede l’unificazione del 1° e del 3° livello (per la qualifica, il diploma professionale e di scuola superiore) sulla base del modello tedesco.

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