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Sulla scia di quanto già fatto negli anni passati a ridosso della fine dell’anno, Saxo Bank ha pubblicato le sue previsioni shock per il prossimo anno, in questo caso il 2014, realizzate dai suoi analisti sulla base di una serie di eventi politici e di mercato considerati possibili ma al tempo stesso anche piuttosto improbabili.

Anzitutto è stata ipotizzata una tassa sulla ricchezza nell’Unione europea, ovvero un prelievo forzoso per coloro che hanno risparmi oltre i 100.000 euro, al fine di contrastare gli effetti della deflazione e della mancanza di crescita. La seconda previsione risulta correlata alla prima e indica la possibile nascita di un’alleanza anti-Ue all’interno del Parlamento che potrebbe mettere in subbuglio politico l’intera Europa.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, è prevista la nascita di una nuova bolla speculativa composta da una serie di azioni del settore tecnologico, ovvero Amazon, Netflix, Twitter, Pandora Media e Yelp, sviluppatasi a causa di continui investimenti all’interno di uno scenario di scarsa crescita. Inoltre, una serie di fattori nel corso del prossimo anno spingeranno l’inflazione degli Stati Uniti verso il basso, mentre la situazione sul fronte immobiliare continuerà a peggiorare, circostanza che spingerà la Fomc a puntare sui mutui ipotecari nel 2014, trasformando il quantitative easing in un programma di acquisto di obbligazioni ipotecarie al 100% aumentando al contempo il raggio di azione del programma a più di 100 miliardi al mese.

Altra previsione riguarda il petrolio, con il prezzo del Brent che calerà a 80 dollari al barile per un’eccesso di offerta derivante dalla produzione attraverso metodi non convenzionali. Inoltre, la Banca centrale del Giappone cancellerà il debito pubblico dopo che il rapporto dollaro-yen salirà oltre 80, la Germania entrerà in recessione e il Cac 40 crollerà di oltre 40 punti percentuali a causa della cattiva gestione da parte del governo. Infine, l’ultima previsione riguarda i Paesi emergenti, in particolare Brasile, India, Sudafrica, Indonesia e Turchia, la cui valuta perderà nei confronti del dollaro a causa della loro esposizione al deterioramento della propensione al rischio da parte degli investitori globali.

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