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Rottapharm, gruppo italiano attivo nel settore farmaceutico controllato dalla famiglia Rovati, nei giorni scorsi ha presentato domanda di amissione alle quotazioni sul listino della Borsa di Milano, in particolare sull’MTA (Mercato Telematico Azionario), in cui ricordiamo confluiscono in particolar modo le imprese a grande e media capitalizzazione.

A comunicarlo è stata la stessa azienda farmaceutica attraverso apposito comunicato stampa, in cui ha precisato anche di aver richiesto alla Consob l’approvazione del prospetto informativo inerente la relativa offerta pubblica di vendita delle azioni.

Nell’ambito di tale operazione svolgono il ruolo di coordinatori dell’offerta Deutsche Bank, Goldman Sachs International e JP Morgan, che agiranno anche come joint bookrunners insieme a Jefferies, Morgan Stanley e Banca Imi. Quest’ultima sarà inoltre responsabile del collocamento per l’offerta pubblica ed agirà anche come sponsor. Gli aspetti legali sono affidati a Shearman & Sterling per Rottapharm e a Latham & Watkins per le banche che partecipano all’offerta, mentre gli aspetti fiscali per Rottapharm sono curati dallo Studio Tremonti Vitali Romagnoli Piccardi e Associati.

Secondo alcune indiscrezioni non confermate, inoltre, il flottante azionario dovrebbe essere abbastanza elevato: attraverso l’operazione di quotazione in Borsa, infatti, Rottapharm punterebbe a portare a Piazza Affari il 40% del capitale, per una capitalizzazione complessiva compresa tra 1,9 e 2,2 miliardi di euro. Tale valorizzazione, considerando un  Ebitda stimato per il 2013 intorno a 160 milioni di euro, implica multipli di 11,9-13,7 volte. Inoltre, ipotizzando un debito netto pari a 247 milioni di euro, l’enterprise value ammonterebbe a circa 2,15-2,45 miliardi.

Infine, riguardo alle tempistiche, secondo le indiscrezioni l’Ipo finalizzata allo sbarco in Borsa dovrebbe avere luogo tra la fine di giugno e la prima metà di luglio.

 

 

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