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In un periodo come quello attuale, caratterizzato da tassi di interesse al minimo storico, i dividendi azionari sono tornati ad essere una forte attrattiva per gli investitori e per tutti coloro che intendono far fruttare il proprio capitale. La strategia che punta sui dividendi distribuiti dalle società quotate, tuttavia, sebbene possa apparire innocua e di facile realizzazione, nasconde delle insidie che rendono piuttosto rischiosa questa pratica.

A mettere in guardia coloro che investono in azioni puntando ai dividendi è Roberto Magnatantini, fund manager di Banque Syz, in un articolo pubblicato su Milano Finanza. L’esperto comincia anzitutto con l’elencare quelli che sono i punti forti dei dividendi, tra cui figura una maggiore stabilità e prevedibilità rispetto agli utili, da cui derivano due vantaggi: il primo è che il dividendo si mantiene anche durante gli eventuali periodi di caduta delle quotazioni in Borsa, mentre il secondo deriva dall’impossibilità per le società che distribuiscono dividendi di mascherare cattivi risultati, di conseguenza sono “obbligate” a compiere delle scelte strategiche improntate alla prudenza.

Passiamo ora ai rischi. Il primo rischio di cui occorre tener conto riguarda la possibilità che la società decida di tagliare i dividendi, dal momento che la loro distribuzione non è mai garantita. Pertanto è sempre opportuno diversificare il proprio portafoglio ed evitare di concentrarsi su un numero ristretto di titoli, inoltre occorre focalizzarsi sulle aziende che offrono un rendimento compreso tra il 2% e il 6% (un range che consente di conciliare dividendo e crescita) ed escludere le aziende con fondamentali insufficienti. Dopo aver attuato questo primo filtro occorre poi passare ad un’analisi più dettagliata basata su alcuni specifici fattori, come le prospettive di crescita futura, la qualità del management e la solidità della strategia.

Secondo Magnatantini un approccio di questo tipo punta a realizzare una sovra-performance nel lungo periodo e consente di beneficiare di un rendimento del dividendo sensibilmente superiore a quello del mercato mondiale, che al momento si aggira intorno al 2,7%.

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