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L’aumento di capitale con diritto di opzione è probabilmente la forma più utilizzata per incrementare il capitale sociale di una società quotata. Ogni anno, infatti, sono tante le quotate che ricorrono a questo tipo di aumento di capitale per rastrellare nuovi fondi da impegnare in eventuali investimenti previsti dal piano industriale oppure per appianare situazioni patrimoniali non facili.

 

aumento capitale diritto di opzione

Ma come funziona un aumento di capitale con diritto di opzione? Per rispondere a questa domanda deve tenere in considerazione che di una ricapitalizzazione di questo tipo, il possessore di azioni della quotata in questione  si trova nella posizione di dover scegliere se esercitare o meno tale diritto, ossia se aderire o meno all’operazione e in che modo.

Tale decisione dipende ovviamente dalla convenienza dell’eventuale adesione, intesa soprattutto in termini di costo effettivo dell’operazione, pertanto se il titolare del diritto riterrà conveniente aderire all’aumento di capitale potrà procedere con l’esercizio dei diritti a lui spettanti, mentre in caso contrario potrà valutare la possibilità di vendere i suoi diritti di opzione, concedendo quindi ad altri la possibilità di esercitare al suo posto tali diritti previo pagamento di un corrispettivo per il loro acquisto. Per approfondimenti sulla proceduta da seguire nella realizzazione di questa operazione si legga l’articolo sulla vendita del diritto di opzione.

 

Cosa è il valore teorico del diritto in un aumento di capitale

Nell’ambito di tale valutazione assume quindi un’importanza fondamentale il calcolo del valore teorico del diritto, ovvero dell’ammontare che va a compensare l’azionista della riduzione del prezzo che le azioni subiscono in conseguenza della ricapitalizzazione. Il valore teorico del diritto di opzione viene definito dall’AIAF, l’Associazione Italiana degli Analisti Finanziari.

Tale valore si calcola moltiplicando il numero di azioni presenti sul mercato precedentemente all’aumento di capitale per il prezzo di mercato precedente all’aumento di capitale e sommando al valore così ottenuto a quello che deriva dalla moltiplicazione del numero delle nuove azioni emesse per il prezzo di emissione delle nuove azioni. Il tutto deve poi essere rapportato al numero di azioni totali in circolazione post aumento di capitale. In questo modo si ottiene il nuovo prezzo delle azioni dopo l’aumento di capitale, che deve essere sottratto al prezzo delle azioni prima dell’aumento di capitale, in modo tale da ottenere il valore teorico del diritto.

ricapitalizzazione

Per esemplificare il tutto ricorriamo ad un esempio numerico: se una società ha 100 azioni quotate al prezzo di 2,5 euro e decide di emettere 50 nuove azioni ad un prezzo di 2 euro, il calcolo da effettuare sarà il seguente:
100*2,5 + 50*2 / 100 + 50 = 2,33
2,5 – 2,33 = 0,17
Pertanto, l’azionista che possiede 10 azioni potrà decidere di aderire all’operazione acquistando 5 nuove azioni al prezzo di 2 euro oppure di vendere i 10 diritti ed incassare i 1.7 euro.

Il valore teorico del diritto viene comunicato da Borsa Italiana il giorno precedente all’inizio dell’aumento di capitale a mercati chiusi proprio per evitare ogni forma di speculazione. E’ questo un appuntamento molto importante per tutti gli azionisti poiché, grazie proprio alla determinazione del valore teorico del diritto è possibile avere delle proiezioni sulla convenienza dell’operazione e anche sulla sua riuscita.

Alla luce di quello che abbiamo affermato fino a questo punto, è evidente che l’investitore che punta sulle azioni è tenuto, nel caso in cui un titolo del suo portafoglio sia impegnato in un aumento di capitale ad opzione, a informarsi su tutte le novità dell’operazione. E’ impensabile che un investitore si disinteressi ad un aumento di capitale che coinvolge un titolo da lui detenuto. Chiaramente, la maggior parte delle volte, è lo stesso consulente messo a disposizione dalla banca presso la quale si ha un conto titoli ad informare l’investitore sull’opportunità o meno di aderire all’aumento di capitale.

Chi si occupa di finanza, comunque, sa perfettamente che durante tutta la durata dall’aumento di capitale c’è una richiesta continua di dettagli sull’operazione ma anche di valutazione sull’eventuale adesione.

 

Investire sulle azioni tutelandosi dall’aumento di capitale con il trading online

buy sell

Chiariamo, però, che tutto questo discorso interessa solo quegli investitori che hanno quello che si può definire come il possesso fisico dell’azione. L’aumento di capitale in opzione, quindi, non interessa a tutta la platea di chi sceglie di investire in azione. Come noto, infatti, si può anche scommettere sulle azioni attraverso il trading online e quindi mediante le opzioni binarie o i CFD poggiandosi sulle migliori piattaforme di broker. La misura in cui chi investe da casa in azioni sia interessato all’aumento di capitale è molto marginale e si traduce soltanto in un interesse su quelle che possono essere le variazioni di prezzo che la quotata interessata alla ricapitalizzazione registra nel corso dell’operazione.

Prendendo ad esempio il caso delle opzioni binarie sulle azioni italiane. Investire in azioni binarie attraverso il trading significa scommettere semplicemente su quello che può essere il livello di prezzo toccato dall’azione in uno specifico intervallo di tempo. A conti fatti si tratta di rispondere a domande del tipo “l’azione X che è quotata sull’indice Y nell’intervallo di tempo Z avrà un prezzo maggiore o superiore a quello attuale?” E’ ovvio che, se si ha una conoscenza generica su quelli che sono i movimenti che il titolo sta avendo a seguito dell’avvio dell’aumento di capitale, sarà possibile posizionarsi riducendo i rischi di perdere il capitale investito.

 

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
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