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Con il termine “buy back“, in gergo finanziario, si intende un’operazione attraverso la quale il soggetto che ha precedentemente emesso delle obbligazioni provvede a riacquistarle. In altre parole, si tratta dell’applicazione ai titoli obbligazionari dell’operazione di riacquisto delle azioni proprie da parte della stessa società emittente.

Nel corso degli ultimi mesi tale operazione è stata posta in essere da un cospicuo numero di banche italiane, che hanno quindi provveduto a contattare coloro che avevano precendentemente acquistato titoli obbligazionari per offrire l’opportunità di rivederli alla stessa banca che li aveva emessi. Tale fenomeno ha subito un’accelerazione soprattutto durante l’ultimo biennio, in particolare dal dicembre del 2011, quando la Banca centrale europea ha iniziato ad iniettare liquidità consentendo alle banche di ottenere prestiti ad un tasso agevolato dell’1%. Grazie a tale opportunità, dunque, molti istituti di credito hanno provveduto a riacquistare una parte consistente del loro debito realizzando al contempo plusvalenze in molti casi anche piuttosto importanti.

Le recenti operazioni di buy back sono inoltre state favorite dalle nuove regole di Basilea III, in base alle quali i titoli ibridi non sono più utili ai fini della determinazione del capitale di vigilanza.

Tra le banche che nel corso dell’ultimo periodo hanno fatto ricorso a tale operazione figurano Intesa Sanpaolo e Banco Popolare, che nel corso del 2012 mediante il riacquisto di obbligazioni a prezzi scontati rispetto al valore del rimborso hanno sia migliorato i loro coefficienti patrimoniali che realizzato plusvalenze di tutto rispetto, pari rispettivamente a 300 milioni e a 100 milioni di euro circa.

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