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Il Consiglio di amministrazione di Campari ha esaminato e approvato i risultati realizzati nel corso del primo semestre di quest’anno, archiviato con dati che di mese in mese hanno mostrato un graduale miglioramento, lasciando così ben sperare per la restante parte dell’anno.

In particolare, il periodo compreso tra gennaio e giugno 2013 è stato archiviato con un utile netto in calo del 26,1% a 57,6 milioni di euro, quindi sostanzialmente in linea con le attese del consenso a 63 milioni, mentre il fatturato è cresciuto del 13% a 698,6 milioni, contro i 703 milioni stimati dal consenso, anche grazie al contributo derivante dall’acquisizione di Lascelles deMercado&Co.

L’ebitda è calato a 145,6 milioni (-10,6%), mentre l’ebit si è attestato a 120,5 milioni (-16,2%). La posizione finanziaria netta è risultata negativa per 944,3 milioni, rispetto al rosso di 869,7 milioni di fine dicembre 2012, tuttavia il peggioramento è stato meno ampio del previsto.  Per quanto riguarda l’andamento delle vendite nelle singole aree geografiche, nelle Americhe è stato registrato un incremento del 49,2%, negli Stati Uniti dell’8,2%, in Europa del 4,6% e nel resto del mondo del 7,9%. In Italia è invece stato registrato un calo delle vendite del 15,7% per effetto del destoccaggio del primo trimestre e dell’ulteriore deterioramento dei consumi.

Infine, riguardo i singoli marchi, il brand Campari ha registrato una crescita dell’1,5%, il Vermouth Cinzano dello 0,9%, gli spumanti Cinzano del 5%, mentre gli altri spumanti (Riccadonna, Odessa e Mondoro) sono cresciuti del 28,5%.  Per contro, sono invece calati gli still wine e Crodino, che  ha registrato una flessione del 29,6%.

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