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Andare a debito con la banca è possibile, ma è un’esperienza caldamente sconsigliata in quanto il costo di finanziamento applicato dall’istituto di credito può essere ai limiti dell’usura. Quando si parla di scoperto di conto corrente si fa riferimento a una particolare forma di finanziamento che le banche concedono ai propri clienti, sia persone fisiche che persone giuridiche (ovvero aziende). Lo “scoperto di cassa” serve per far fronte a una momentanea carenza di liquidità in famiglia o in azienda. Il fido concesso dalla banca potrà essere utilizzato dal cliente ogni volta che ne ha bisogno.

In questo modo anche se non ha liquidità sul conto, il correntista potrà fare bonifici, prelievi di cassa, emettere assegni e così via. La banca fisserà un tasso di interesse, che si preannuncia molto salato, e imporrà un limite massimo alla somma di denaro concessa, oltre il quale il cliente non potrà andare. Con lo scoperto di conto corrente, gli interessi si pagheranno solo sull’effettivo utilizzo.

I costi complessivi dello scoperto di conto corrente sono davvero molto alti. Nonostante sia stata abolita la commissione di massimo scoperto, le spese fisse sul rosso di conto corrente sono state reintrodotte cambiando semplicemente il nome e l’entità. Dal 1° ottobre 2012 le banche applicano due nuove commissioni sullo scoperto di conto: la Commissione disponibilità fondi, per i fidi (Cdf); la Commissione d’istruttoria veloce (Civ), per gli sconfini extrafido.

Sul fido si paga ogni trimestre la Cdf, pari al massimo allo 0,5% del fido concesso. Tutttavia, questa commissione si paga anche se il fido non viene utilizzato. Se si va in rosso senza avere un fido si paga la Civ, che per legge però non si applica se nel trimestre si va in rosso solo una volta per un massimo di 500 euro e e si rientra al massimo in 7 giorni.

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