TFR in busta paga: soggetti, domanda, tassazione
Dal 1 marzo 2015, il lavoratore dipendente potrà chiedere l’anticipo del TFR (Trattamento di fine rapporto) in busta paga. Ecco chi può fare domanda, come e a chi.

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Il TFR, anche detto trattamento di fine rapporto, liquidazione o buonuscita è una somma accantonata dal datore di lavoro e che viene corrisposta al lavoratore dipendente nel momento in cui il rapporto di lavoro cessa.
Sono i lavoratori dipendenti che possono scegliere tra:
– mantenere il TFR in azienda (dunque come liquidazione)
– versare il TFR in un fondo pensione
– chiedere l’anticipo in busta paga.
Soffermandoci su questa ultima opzione, è stata introdotta in via sperimentale dal 1 marzo 2015 dall’ultima Legge di Stabilità (Legge n. 190/2014).
Così i lavoratori dipendenti del settore privato possono ottenere in busta paga un anticipo del trattamento di fine rapporto.
Sono esclusi dalla possibilità di richiedere il TFR in busta paga:
– i lavoratori agricoli,
-i lavoratori domestici,
-i lavoratori di aziende sottoposte a procedure concorsuali (es. fallimento)
-i lavoratori che prestino servizio presso unità produttive in cassa integrazione straordinaria o in deroga.
E’ il lavoratore che sceglie di farsi anticipare o meno la liquidazione e una volta effettuata la scelta non può essere revocata fino al 30 giugno 2018.
Domanda TFR busta paga: modulo Qu.I.R.
Si precisa che può richiedere il TFR in busta paga il lavoratore assunto da almeno sei mesi, presentando domanda mediante il modulo QU.I.R. (Quota maturanda del trattamento di fine rapporto come integrazione della retribuzione).
Il TFR sarà liquidato al lavoratore:
-1 mese dopo la presentazione della richiesta per aziende con più di 50 dipendenti;
-3 mesi dopo per aziende con meno dipendenti.
Tassazione TFR in busta paga
Per quanto riguarda il regime fiscale da applicare all’anticipo del TFR in busta paga, si parla di regime di tassazione ordinario (a differenza della tassazione separata prevista per il trattamento di fine rapporto in generale) e come tale chiedere o meno l’anticipazione è una scelta rimessa totalmente alla discrezionalità del lavoratore.
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