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Anche Poste Italiane ha deciso finalmente di quotarsi in borsa: le azioni di Poste Italiane sono state quotate in borsa a partire dal 27 Ottobre 2015 direttamente sul listino principale. Meglio tardi che mai come si suol dire, anche le Poste Italiane sono riuscite a sbarcare a Piazza Affari. Durante la fase di IPO infatti (che si è conclusa il 22 Ottobre 2015) si è andato a delineare il prezzo di quotazione per le azioni di poste italiane, nel range di prezzo compreso tra i 6.50 e i 6.75 per singola azione. Si era prospettato come un ottimo inizio per lo sbarco di Poste Italiane in borsa, dato che durante il periodo di sottoscrizione la richiesta aumentava costantemente di giorno in giorno, aggirandosi a tre volte tanto la richiesta dei primi giorni. Addirittura il magnate finanziario George Soros sembra aver voluto dare la proprio fiducia a Poste Italiane, partecipando anche lui alla sottoscrizione per le azioni di Poste Italiane (seguendo sempre la divisione: 70% sottoscrizione per istituzione, 30% per privati).

Ma come è andato lo sbarco a Piazza Affari e come stanno performando le azioni di Poste Italiane?

Partenza per Poste Italiane sotto le aspettative

Nella giornata di pre-apertura il vento sembrava soffiare a favore di Poste Italiane: si iniziava infatti con un buon rialzo del 9% rispetto al prezzo di quotazione originario. Il rialzo ha preso forma con l’apertura di Piazza Affari, ma si è lentamente indebolito fino poi ad invertire la tendenza generale. Anche se il volume di scambi dei titoli azionari di Poste Italiane è stato alquanto elevato (intorno ai 79 milioni di unità), ciò non ha potuto evitare un leggero ribasso nel prezzo di scambio. Oggi 30 Ottobre 2015 le azioni di Poste Italiane vengono scambiate al di sotto del valore IPO, intorno al valore di 6.48. Ma come mai le azioni di Poste Italiane non hanno raggiunto le aspettative previste dagli analisti finanziari?

  • I titoli di Poste Italiane vengono considerati titoli “difensivi” o “conservativi”, ovvero titoli che subiscono variazioni di prezzo poco significative a livello quotidiano, ma significative nel lungo termine.
  • E’ mancato il sostegno della speculazione intraday da parte dei trader, perciò il titolo è rimasto a galleggiare nella zona di quotazione prevista senza spingersi troppo oltre.
  • Può aver influito l’idea che gli investitori privati hanno di una società come Poste Italiane. Potrebbe essere scarso l’interesse per una società come questa perché condotta dallo Stato Italiano, perciò strettamente collegata all’andamento dell’economia italiana, oltre alle prospettive incerte per il futuro. Senza contare poi che Poste Italiane ha diversificato di molto i servizi offerti ai suoi clienti negli ultimi tempi, rendendo anche non facile una valutazione fondamentale della società stessa.

Quest’ultimo aspetto elencato, è da considerare con attenzione: dopotutto analizzare l’andamento di una società è il primo passo da compiere se si è intenzionati a comprarne le azioni.

Analisi di Poste Italiane: pro e contro

Dati alla mano l’utile netto di Poste Italiane risulta essere in crescita: nel primo semestre 2014 l’utile netto si attestava intorno ai 222 milioni, mentre nel primo semestre 2015 l’utile netto ha raggiunto i 435 milioni. Un andamento proiettato al raggiungimento di un utile netto pari ad un miliardo di euro, in linea con i passati bilanci degli anni 2012 e 2013. Per quanto riguarda invece la suddivisione dei profitti della società Poste Italiane, si riscontra che:

  • Settore servizi postali: 14% del ricavo totale
  • Settore finanziario: 17% del ricavo totale
  • Settore assicurativi: restante parte ricavo totale

Ovviamente non sono stati inclusi i settori che offrono servizi secondari e quindi con percentuali che incidono poco sul bilancio totale (come per esempio i servizi telefonici). Salta all’occhio quindi il settore assicurativo: il fiore all’occhiello di Poste Italiane da quanto si vede, mentre i servizi postali rappresentano solamente il 14% del ricavo totale. Una sorta di paradosso considerando il nome della società stessa (Poste Italiane) e il fatto che il business iniziale della società era solamente basato sui servizi postali. Come vi avevamo già detto, Poste Italiane ha diversificato il proprio business nel corso del tempo e lo fa in continuazione anno dopo anno.

Parlando invece dei pro relativi alla società Poste Italiane, si può ovviamente considerare la forte presenza sul territorio italiano e la fiducia che gode da una buona fetta dei consumatori (basta vedere il settore assicurativo), così come un ottimo management dell’azienda e una possibile generosa politica di dividendi. Inoltre, fattore da non sottovalutare, l’azienda è controllata dallo Stato Italiano: quasi impossibile che lo Stato permetta ad una delle sue aziende di fallire o essere gestita malamente. In poche parole, Poste Italiane è un’azienda solida che non può chiudere da un giorno all’altro e che risulta essere sostenuta dallo Stato stesso.

Il fatto di essere legata strettamente allo Stato Italiano ha però anche i suoi contro: Poste Italiane risulta essere una società che segue l’andamento dell’economia italiana. Non una buona notizia di questi tempi (ma nemmeno troppo cattiva). Però essere collegata alla salute dell’economia italiana presenta i suoi rischi: quando l’economia annaspa e va a rilento, Poste Italiane ne risente. Al contrario di aziende private e multinazionali che possono generare profitti su profitti anche se magari l’economia dello Stato non performa altrettanto bene. Un ultimo punto negativo da considerare riguarda proprio il settore dei servizi postali: una società nata con l’intento di offrire servizi postali su suolo Italiano, oggigiorno si ritrova come ultima della classe in quel settore postale dove tutto è iniziato. Il perché è presto detto: i servizi postali di Poste Italiane hanno una brutta nomea, una brutta fama, che sfortunatamente non è infondata. Tanti, troppi, i disservizi che vengono causati quotidianamente dal servizio postale. Ciò risulta in un basso livello di competitività nel settore postale: corrieri privati hanno sicuramente la meglio sul servizio postale di Poste Italiane. Aggiungiamo all’inefficienza del personale anche il basso livello di digitalizzazione dei servizi postali e la frittata è fatta.

Conclusioni: diamo il giusto tempo a Poste Italiane

Dalla nostra breve analisi Poste Italiane non risulta proprio essere la società “perfetta” sulla quale investire comprandone i titoli azionari. La si può tranquillamente considerare come un’azienda nella media con il vantaggio/svantaggio di essere controllata dallo Stato Italiano. Fondamentale risulterà essere la prima settimana (se non due) di trading dei titoli di Poste Italiane. Speciale attenzione bisognerà dedicarla alle reazioni dei mercati internazionali, specie quelli americani: quanti investitori saranno realmente interessati ad investire in Poste Italiane potrà fare la differenza nel futuro andamento del titolo azionario.

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