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Le usavamo fino a una quindicina di anni fa, eppure ormai sono diventate dei veri e propri pezzi da collezione: stiamo parlando delle schede telefoniche, ossia le carte prepagate usate per telefonare dai telefoni pubblici. Ce ne sono alcune particolarmente rare e, quindi, di valore, che valgono anche alcune centinaia di euro.

Con l’avvento dei cellulari le schede telefoniche sono andate in pensione e sono diventate la gioia dei collezionisti, soprattutto di quelli che hanno la fortuna di imbattersi nelle schede più rare. La prima scheda telefonica prepagata fu emessa nel 1976 dall’allora Sip (la futura Telecom), ma la grande diffusione di queste schede arrivò negli anni Novanta in quanto le nuove prepagate permettevano di essere utilizzate più volte.

Proprio per questo la scheda telefonica diventò un veicolo di messaggi pubblicitari, diventando inevitabilmente un oggetto di culto per i collezionisti. Le schede telefoniche furono prodotti in tagli da 5.000, 10.000 e 15.000 lire.

Per conoscere il valore di una scheda telefonica bisogna considerare alcuni elementi, come l’immagine riprodotta sulle facciate, la tiratura, la data di scadenza, il valore di acquisto, l’appartenenza a particolari serie e l’eventuale presenza di codici numerici e a barre. La regola generale è sempre quella di tutte le collezioni come le monete (si veda: Monete lire italiane rare e di valore) e le banconote (si veda: Banconote italiane rare e di valore): minore è la tiratura e maggiore è il valore del pezzo, sempre se conservato in ottime condizioni.

Per quanto riguarda il valore, come vi dicevamo si può arrivare anche a cifre a tre zeri: ci sono schede per le quali si può arrivare a 1000 euro; generalmente, per quelle più rare i collezionisti sono disposti a sborsare 200 o 300 euro. Se avete in casa delle schede telefoniche dategli un’occhiata: particolarmente rare e apprezzate sono quelle che riportano cinque celebri scorci d’Italia: la Torre di Pisa, il particolare di Michelangelo, Alberobello, Interni di Palazzo e Mulini a vento.

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