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Dopo il parere negativo espresso dalla Commissione Bilancio del Senato in merito all’emendamento al decreto legge sviluppo che modifica la regolamentazione dei Monti Bond a favore di Banca Monte dei Paschi di Siena a fronte dell’assenza di una relazione tecnica che giustificasse la copertura finanziaria di tali strumenti, arriva un’altra brutta notizia per l’istituto bancario senese.

L’agenzia di rating statunitense Standars & Poor’s ha infatti comunicato di aver deciso di declassare Banca MPS portando il suo rating a “junk” (livello spazzatura) a fronte dell’improbabilità che si riesca ad attuare un recupero della redditività e un miglioramento sia a livello patrimoniale che nel funding. Questo soprattutto perchè il difficile contesto operativo che continua a caratterizzare il mercato italiano renderà piuttosto complicata l’attuazione del piano strategico predisposto dall’amministratore delegato Fabrizio Viola. Nel dettaglio, gli analisti hanno portato il rating a lungo termine della banca da “BBB-” a “BB+” con outlook negativo, quello a breve termine passa da “A-3” a “B”, mentre il profilo di credito stand alone scende da “bb+” a “b+”.

Oltre alle problematiche sul fronte legislativo e a quelle connesse al giudizio delle agenzie di rating, nel corso degli ultimi giorni Banca MPS si trova a dover affrontare anche la questione taglio dei posti di lavoro deciso nell’ambito del piano di riduzione dei costi. In particolare, l’istituto ha proposto ai sindacati un accordo quadro sul nuovo piano industriale con l’esternalizzazione di 1.110 lavoratori. Al riguardo, Fisac-Cgil si è detta contraria ad una trattativa,  mentre Fabi, Fiba-Cisl, Ugl e Uilca si sono dette disposte ad un confronto.

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