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Segafredo ci riprova: dopo la sospensione del progetto di Ipo lo scorso autunno, ha deciso di riprovare a sbarcare in Borsa nella prossima primavera. Ad annunciarlo è stata Pilar Braga, responsabile di Segafredo in Australia e in Nuova Zelanda.

Braga ha dichiarato che Segafredo riproverà a entrare in Borsa con la controllante Massimo Zanetti Beverage Group e quotare fino al 30%. Su consiglio degli advisor il gruppo aveva sospeso il progetto di Ipo durante lo scorso autunno, principalmente a causa della volatilità dei mercati, e, ora, stando alle parole di Pilar Braga, la società sarebbe pronta a debuttare a Piazza Affari entro il 15 maggio 2015 con l’obiettivo di migliorare la visibilità e l’appeal del gruppo grazie allo status di società quotata in Borsa.

Ma ad essere quotato in Borsa non sarà tutto ciò che riguarda la società: verranno separate le attività estere che riguardano la coltivazione, la lavorazione e l’esportazione del caffè prodotto in America Latina, Honduras, Costarica e Brasile, in modo da tranquillizzare gli investitori anche in caso di fluttuazione dei prezzi della materia prima.

L’offerta pubblica iniziale di Segafredo dello scorso autunno aveva principalmente due obiettivi: dare forza al piano industriale con acquisizioni mirate e aprirsi al mercato internazionale anche in vista del passaggio da una struttura di governance di tipo familiare a una esterna.

Dopo Lavazza, Zanetti è il più importante gruppo italiano del settore; fattura circa un miliardo di euro e ha 63 milioni di ebitda; il mercato più importante della società è dato dagli Stati Uniti, seguito da Francia e Finlandia. Grazie al giro d’affari del gruppo gli analisti si dicono positivi e parlano di una possibile valorizzazione intorno a un miliardo di euro.

Lo scorso anno, oltre all’Ipo di Segafredo, sono saltate anche le offerte pubbliche iniziali di Intercos e Italiaonline, sempre a causa dell’eccessiva volatilità dei mercati (si veda: Italiaonline rinuncia alla quotazione a Piazza Affari).

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