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La maggior parte dei cittadini di Cipro si è ovviamente mostrata contraria al prelievo forzoso sui conti correnti imposto dall’Unione Europea come condizione per la concessione al Paese di un pacchetto di aiuti da 10 miliardi di euro. A fronte di ciò, onde evitare una vera e propria fuga di capitali, il governo ha chiuso le banche da ieri e fino a mercoledì, impendendo così di fatto ai cittadini di poter liberamente disporre del proprio denaro in attesa che il Parlamento decisa sulla misura proposta dall’Europa.

La decisione ha ovviamente influito sui mercati azionari di tutto il mondo, provocando un aumento della volatilità e un vero e proprio crollo del comparto bancario. Il listino milanese non è da meno, in particolare sia in Italia che negli altri Paesi perifierici della zona euro si teme che in caso di difficoltà l’Europa possa tornare ad imporre una misura di questo tipo, che andrebbe quindi a colpire duramente i risparmi dei cittadini. Come ha sottolineato il quotidiano La Repubblica, infatti, la condizione imposta a Cipro ha rotto un tabù, dimostrando che l’Europa ha il potere, seppur indiretto, di mettere le mani sui conti correnti, pertanto è inevitabile che la vicenda di Cipro rappresenterà un precedente inquietante per gli altri paesi in difficoltà.

Tornando al caso di Cipro, la proposta formulata dall’Ue in cambio di aiuti per 10 miliardi di euro prevederebbe un prelievo del 6,75% sui depositi fino a 100.000 euro e del 9,9% sui depositi oltre i 100.000 euro, per un introito complessivo quantificabile in circa 5,8 miliardi di euro. Tuttavia, secondo quanto riportato questa mattina da Il Corriere della Sera, è probabile che si decida di tutelare maggiormente i depositi sotto i 100.000 euro, dimezzando il prelievo e aumentandolo invece fino al 12% per i depositi oltre tale soglia al fine di raggiungere comunque il tetto di 5,8 miliardi di euro di introiti.

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