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Veneto Banca, dalla crisi alla quotazione in Borsa

Veneto Banca ha recentemente deliberato la volontà di quotarsi presso la Borsa milanese, ed ha condiviso gli step da intraprendere con la Banca centrale europea, anticipando che la road map individuata prevede uno sbarco sui mercati regolamentati entro il mese di aprile. Dunque, ottenuto il via libera da parte dei soci nello scorso fine settimana (un via libera non del tutto inatteso, ma sono state sicuramente impreviste le importanti percentuali con il quale è stato portato a casa), il top management della banca progetta il suo futuro a breve termine, contraddistinto da ritmi che sarà difficile sottovalutare.

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I vertici dell’istituto di credito si sono infatti già recati a Roma per incontrare alcuni emissari della Banca centrale europea e della Banca d’Italia: un accordo programmato da tempo e che si sarebbe svolto anche in caso di esito negativo della votazione sulla quotazione, tanto che in origine la partecipazione a tale ristretto meeting sarebbe servita a comprendere quali fossero le potenziali misure (ordinarie o di emergenza) da varare per consentire all’istituto di risollevare le proprie sorti.

Altrettanto naturalmente, appare chiaro che nonostante l’ampio “si” ottenuto lo scorso weekend dai soci, l’istituto di credito rimanga sotto la stretta osservazione degli ispettori: la presenza di coefficienti patrimoniali inferiori a quanto richiesto dagli organi di vigilanza non mente, ed è più che sufficiente per giustificare una specifica lente di ingrandimento sulle condizioni di vita di Veneto Banca.

Se quanto sopra è vero e assodato, lo è altrettanto il fatto che alla luce all’esito dell’assemblea (al di là delle più rosee previsioni: il 97% dei soci si è infatti espresso a favore delle misure proposte dal consiglio di amministrazione, che prevedono la trasformazione da popolare in società per azioni, l’aumento di capitale da un miliardo di euro e la quotazione in Borsa), l’appuntamento con gli organi di vigilanza è stato contraddistinto da diversi toni, forse più rilassati.

E proprio in questo clima di maggiore serenità, il presidente Pierluigi Bolla, l’amministratore delegato Cristiano Carrus e il presidente del Comitato esecutivo, Maurizio Benvenuto, hanno evidenziato quelli che saranno i prossimi passi in vista della quotazione di aprile. Facciamo dunque un po’ di chiarezza:

  1. a gennaio (la data attualmente prevista in calendario è quella del 29 del mese, ma non si escludono spostamenti) si terrà il primo incontro con gli analisti che seguono la fase di prequotazione. Contemporaneamente, verrà definito il necessario consorzio di garanzia in vista della Ipo. La transazione ha una garanzia di Banca Imi mentre sono una decina le banche di investimento coinvolte.
  1. a febbraio, e presumibilmente prima della metà del mese il management societario presenterà il bilancio consolidato del 2015, cercando di incrementare la necessaria e richiesta trasparenza, a beneficio degli investitori attuali e potenziali. Sempre nel mese di febbraio è previsto un nuovo appuntamento con gli analisti.
  1. a marzo, a un mese dalla quotazione, è invece previsto il piano di premarketing sui mercati internazionali, a valle del quale sarà definito un prezzo di forchetta per l’Ipo, la cui diffusione avverrà verso fine marzo. Prenderà poi il via il bookbuilding con il diritto di opzione ai soci, e la probabile partecipazione di soci bancari che potrebbero impegnarsi a coprire parte della quotazione.
  1. ad aprile è infine prevista la quotazione, forse intorno alla metà del mese.

Seguiremo passo dopo passo le vicende di Veneto Banca. Un vero e proprio “test” per un sistema bancario in corso di continua evoluzione.

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