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Rispetto a una tradizionale compravendita di una casa, acquistare un immobile attraverso un’asta giudiziaria è senza dubbio una pratica meno costosa. La spesa più rilevante sarà chiaramente il prezzo di aggiudicazione dell’immobile acquistato in asta, anche se sarà possibile spuntare un importo anche del 30-50% inferiore al reale valore di mercato. Bisogna poi considerare che sono da versare le normali imposte catastali e di registro, che saranno pari al 10% del valore iscritto nell’atto di compravendita. Se si tratta di prima casa, allora la percentuale scenderà al 3%.

A questa cifra andrà aggiunta poi un’ulteriore somma vicina ai 260 euro. Di certo non sarà necessario pagare alcun costo di intermediazione, a meno che non ci si è serviti della consulenza di un’agenzia immobiliare specializzata in aste giudiziarie. Non è previsto alcun costo relativo all’onorario di un notaio, a meno che l’acquisto non avvenga attraverso la stipula di un contratto di mutuo. Ci sono poi una serie di spese accessorie di più basso profilo.

Si tratta in particolare delle classiche spese di cancelleria, difficili da quantificare ex ante ma che comunque non sono mai eccessivamente elevate. Bisogna, però, ricordare che se per le abitazioni resta imponibile il valore catastale, per le altre tipologie di immobili sarà valido il valore di aggiudicazione. Diverso è invece il discorso per chi fa il cosiddetto “trading immobiliare”, ovvero acquista all’asta una casa a scopo speculativo.

Se la casa viene rivenduta a stretto giro di boa, entro 5 anni dalla data di acquisto, bisognerà versare l’imposta sul capital gain. L‘eventuale plusvalenza realizzata andrà iscritta tra i valori imponibili nei “redditi diversi”. Come detto in precedenza non sono previsti costi per la mediazione. Tuttavia, se si fa ricorso a professionisti qualificati in questa tipologia di compravendita (in particolare se agenzie specializzate), i costi possono salire a dismisura.

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