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Il termine di scadenza per il pagamento della Tasi, fissato al 16 giugno prossimo, potrebbe essere fatto slittare a settembre, ma solo in alcuni casi, ovvero solo per quei Comuni che non avranno provveduto a deliberare le aliquote entro il 23 maggio, mentre per tutti i Comuni che avranno provveduto a tale delibera la scadenza per il pagamento della prima rata della nuova imposta rimane ferma al 16 giugno prossimo. A stabilirlo è stata una nota diramata dal Ministero dell’Economia dopo un incontro con l’Anci, soprattutto al fine di venire incontro alle esigenze delle singole amministrazioni comunali, nonché per garantire ai contribuenti certezze in tema di adempimenti fiscali.

Alla scadenza del termine per la deliberazione delle aliquote, che consente di mantenere la scadenza per il pagamento della prima rata al 16 giugno, mancano pochissimi giorni. Tuttavia, la maggior parte dei Comuni “rischia” di dover far slittare tale scadenza al 23 settembre. Ad oggi, infatti, sono solo poco più di 800 i Comuni italiani che hanno provveduto a deliberare le aliquote da applicare alla Tasi, quindi circa il 10% del totale dei Comuni italiani.

Nella maggior parte dei casi, salvo alcune rare eccezioni, è stato deciso per un incremento delle aliquote. Al momento, le città in cui la Tasi sarà più cara sono Bergamo, Ferrara, Genova, La Spezia, Macerata, Mantova, Milano, Palermo, Pistoia, Sassari, Savona e Siracusa. Per contro, in alcune città la Tasi costerà meno dell’Imu, ad esempio a Caserta, Aosta, Pordenone, Livorno e Roma.

La Tasi, ricordiamo, è la nuova imposta sui servizi indivisibili che, insieme alla Tari, ha sostituito l’Imu, o almeno in parte, visto che quest’ultima è ancora in vigore per alcune tipologie di immobili, come le seconde case, gli immobili di pregio e i negozi. Tra le novità l’obbligo per gli inquilini di contribuire al pagamento di tale tassa per una quota compresa tra il 10% e il 30% dell’intero ammontare.

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