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Quando si effettua l’acquisto di una seconda abitazione, ovvero una casa fuori dal proprio comune di residenza o comunque dove non si ha intenzione di trasferire la residenza, bisogna considerare che oltre al costo dell’abitazione ci sono altre spese aggiuntive e di gestione. Le spese notarili sono praticamente le stesse che si avrebbero per l’acquisto della prima casa, mentre per gli altri costi bisogna fare valutazioni differenti. Innanzitutto, se la transazione è avvenuta con l’intermediazione di un’agenzia immobiliare, bisognerà mettere in preventivo una commissione per l’agenzia solitamente compresa tra l’1% e il 3%.

Lo stesso costo sarà addebitato sia all’acquirente che al venditore, salvo particolari accordi stipulati in precedenza con l’agenzia stessa. Per quanto riguarda le imposte da pagare, c’è una differenza a seconda della tipologia di venditore. Se si compra da un costruttore, l’IVA è del 10% rispetto al 4% di quella sulla prima casa; se si compra da un privato, si paga l’imposta di registro del 7%, l’imposta ipotecaria del 2% e l’imposta catastale dell’1%.

Le imposte da pagare all’erario restano complessivamente al 10% anche se si compra l’abitazione da un’azienda, purchè non sia l’impresa costruttrice e non siano state effettuate ristrutturazioni negli ultimi 5 anni. Bisogna ricordarsi che il valore dell’immobile si ottiene moltiplicando la rendita catastale a un numero specifico, che varia in base alla categoria di appartenza dell’immobile.

Questo è importante ai fini del calcolo delle imposte annuali. La seconda casa ha un valore imponibile, ai fini Irpef, pari alla rendita catastale maggiorata di un terzo. Essa non consente di ottenere agevolazioni fiscali come nel caso dell’acquisto della prima abitazione. Per quanto riguarda l’Imu (ex Ici), i Comuni possono stabilire aliquote più elevate per i non residenti. Il costo dell’Imu sulla seconda casa è nettamente più elevato rispetto a quello sulla prima casa.

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