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Nel bilancio annuale pubblicato ieri è stato aggiornato l’importo del contenzioso tra Mediolanum e il fisco italiano, che ha raggiunto quota 344 milioni di euro dai 255 milioni dello scorso anno.

La diputa tra il gruppo guidato da Ennio Doris e l’Agenzia delle Entrate verte sulle aliquote di retrocessione a favore delle società italiane del gruppo delle commissioni di gestione e performance incassate in Irlanda, con una percentuale intorno al 50%. In altre parole, il fisco italiano sostiene che Mediolanum trattenga volontariamente una quota maggiore dei suoi ricavi presso la filiale irlandese Mediolanum International Funds in quanto in tal modo questi, una volta trasformati in profitti, vengono assoggettati ad un’aliquota fiscale molto più bassa di quella italiana. Mediolanum ha però respinto tale interpretazione, definendo l’analisi del fisco illegittima ed errata.

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Per risolvere la controversia le parti hanno attivato una procedura arbitrale europea che si svolgerà nel corso dei prossimi due anni, sempre che non si riesca prima ad arrivare ad un compromesso. Nel frattempo però in Borsa si temono possibili ripercussioni sul titolo. Mediolanum, infatti, certa di avere ragione, non ha provveduto a predisporre accantonamenti in grado di coprire le pretese del fisco, senza contare che mancando ancora alcuni anni alla definizione della questione non è possibile escludere un ulteriore inasprimento della pena. Questo per il mercato rappresenta un motivo di agitazione.

La notizia ha già influito sull’andamento del titolo, che ieri ha archiviato la seduta con una flessione del 2,24% a 4,19 euro, contro un +1,41% dell’indice FTSE Mib.

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